E’ stato notificato il 18 maggio, sempre se i contagi continueranno a diminuire, come la data utile per la riapertura del settore della ristorazione. Ovviamente in mezzo a mille restrizioni e requisiti. Tra questi la comunicazione ufficiale prevede la sanificazione dei locali.

Nell’avvicinarsi della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, si studiano quindi le possibili strategie da adottare per mettere in sicurezza le attività e consentirne la ripartenza.

Tra le prime ipotesi di intervento emerse c’è quella di assicurare il distanziamento sociale attraverso pareti trasparenti nei ristoranti e, nella moltitudine di articoli e considerazioni personali sul tema barriere di plexiglass, per i ristoratori si annunciano tanti cambiamenti. Si evidenzia che tra un tavolo e l’altro, per esempio, ci saranno almeno 2 metri di distanza, i camerieri avranno sia la mascherina sia i guanti. I clienti resteranno a un metro di distanza perfino dal bancone in attesa di un caffè. È evidente che bar e ristoranti potranno garantire un minor numero di posti per i clienti, oltre a dover fare attenzione al rispetto delle norme.

Sanificare con l’ozono. Potrebbe essere un’ alternativa al plexiglass?

E’ stato menzionato l’O3 ovvero l’ozono e lo si fa  mentre si stanno implementando le linee guida generali che indirizzeranno la categoria ristorativa nei prossimi mesi dell’emergenza. L’ozono ha funzione virucida e battericida così come evidenziato dal Ministero della Salute nella circolare del n° 24482 del 31/07/1996.

In Italia il Ministero della Sanità ha riconosciuto il sistema di sanificazione con l’ozono come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore e infestati da acari e insetti. Dal 2001 la FDA (Food and Drug Administration), organismo dello United States Department of Health and Human Services, ha classificato l’ozono come GRAS (Generally Recognized As Safe), vale a dire sicuro per la salute umana, e ne ha liberalizzato l’impiego come agente antimicrobico nei processi produttivi degli alimenti. Inoltre né il sapore, né l’aspetto degli alimenti viene alterato dall’ozonizzazione (Violle et al 1929; Kuorianoff 1953; Kiem et al. 1999).

L’ozono è caratterizzato da una elevata reattività, da un elevato potere ossidante e dal fatto di essere instabile a temperatura ambiente. Proprio per la sua considerevole capacità ossidante, è in grado, danneggiando membrane e pareti cellulari, di ripulire aria e acqua da muffe, lieviti, batteri (Khadre et al., 2001), spore e virus. Per quanto riguarda i virus, nello specifico, parliamo di inattivazione. Questo significa che l’azione dell’ozono consisterebbe in un’ossidazione e conseguente inattivazione, dei recettori virali specifici utilizzati per la creazione del legame con la parete della cellula da invadere. In questo modo viene bloccato il meccanismo di riproduzione virale a livello della sua prima fase: l’invasione cellulare. Il virus non viene distrutto, ma reso inerme. La caratteristica predominante dell’ozono è che in condizioni atmosferiche standard è in fase gassosa, cosa che già ne favorisce l’utilizzo in numerose applicazioni in campo igenico-alimentare. A differenza dei disinfettanti classici, (ad esempio il cloro) che rilasciano residui inquinanti, l’ozono si decompone ad ossigeno e ciò potrebbe rappresentare un vantaggio sia per l’ambiente che per la salute evitando gli effetti collaterali.

Come si può sanificare con l’ozono

L’ozono è una sostanza gassosa che, per essere efficace, deve avere una concentrazione che varia a seconda della grandezza degli ambienti e con trattamenti di durata variabile a seconda dell’obiettivo della sanificazione. L’ozono risulta un potente antivirale: la sua percentuale di inattivazione dei virus è del 99,99%. Questo vale per tutti i virus, indistintamente, anche se non vale ancora in maniera ufficiale e specifica per il COVID-19 sul quale, essendo nuovo, non sono ancora stati compiuti studi specifici come sottolinea la International Ozone Association.

L’ozono non è prodotto e commercializzato, ma è preparato al momento mediante l’utilizzo di apparecchi chiamati GENERATORI DI OZONO che convertono l’ossigeno dell’aria in ozono tramite scariche elettriche. E’ stato evidenziato che nella filiera alimentare viene già utilizzato per assicurare l’igiene di lavorazione in tutte le sue fasi e viene impiegato come agente anti-microbico trovando numerose applicazioni nell’industria agroalimentare. Attualmente l’ozono in campo alimentare è utilizzato per la decontaminazione superficiale di prodotti come carne, pollame, uova, pesce, frutta, verdure e spezie, ma anche per la disinfezione delle acque e di superfici destinate al contatto con gli alimenti.

Sanificazione con l’ozono. Quanto potrebbe essere vantaggioso?

L’utilizzo dell’ozono può essere vantaggioso non solo dal punto di vista economico se si considera che i costi per l’acquisto e la manutenzione delle unità di erogazione, autorizzati dal Governo a una detrazione fiscale del 50% sul credito d’imposta, risultano più bassi rispetto al costo di approvvigionamento dei prodotti disinfettanti. Va soprattutto detto che i vantaggi sono inequivocabili sull’impatto ambientale, sulle tempistiche di rapido utilizzo e sulle risorse d’impiego in un trattamento di sanificazione. l’ozono ha agito anche in profondità (nelle moquette, nelle tende, ecc) il suo effetto continua a “preservare” l’ambiente, anche perché il cambio d’aria non viene eseguito con aria infetta ma con aria normalissima, l’ozono continua comunque la sua azione di mantenimento all’interno di tessuti, tende, ecc.

Per saperne di più sul settore ristorazione:

https://www.gamberorosso.it/notizie/fase-2-nella-ristorazione-lozono-e-unalternativa-valida-al-plexiglass/